Nucleare, il governo crede nel rilancio, per Pichetto la legge arriverà «entro l’anno»
L’annuncio non è di quelli che passano inosservati, in una stagione nella quale l’attenzione nei confronti delle fonti energetiche è resa (ancora) più alta dagli effetti del cambiamento climatico globale: il nostro Paese è intenzionato a scommettere sul nucleare.
A parlarne è stato il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto che, intervistato da un quotidiano, ha fatto delle affermazioni inequivocabili: entro il 2024 il governo varerà un disegno di legge per il rilancio del nucleare, in modo che la nostra Penisola possa «risparmiare fino a 34 miliardi di euro all’anno». E, a seguire, nel 2030 si passerà «dalla sperimentazione alla produzione dei nuovi moduli nucleari».
È di pochi giorni fa, tra l’altro, l’uscita del presidente di Confindustria Emanuele Orsini che, nella sua prima assemblea alla guida dell’organismo, lo scorso 18 settembre, ha detto: «Siamo convinti che il ritorno al nucleare sia strategico», precisando subito che, se si iniziasse subito con l’intraprendere tale strada, «ci vorrebbero almeno 12 anni per poterlo utilizzare. Non possiamo perdere altro tempo», ha, dunque, scandito il numero uno degli industriali italiani, dinanzi alla folta delegazione governativa presente in viale dell’Astronomia, a partire dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
E, a stretto giro, era giunta la replica di Pichetto: «Condividiamo la preoccupazione di Orsini, ma il ministero dell’Ambiente si è già mosso per tempo. Abbiamo istituito la piattaforma per il nucleare, e stiamo preparando il quadro giuridico per ritornare ad usare questa tecnologia. Entro la fine dell’anno contiamo di avviare l’iter legislativo per le nuove regole», aveva sottolineato il titolare del dicastero.
È, intanto, noto, che l’Esecutivo di centrodestra ha intrapreso gli approfondimenti per dare la luce ad un decreto-legge sull’ambiente che dovrebbe cambiare le priorità del Paese in materia di transizione energetica, nel quale, si è appreso, i progetti prioritari non saranno più soltanto eolico, solare e idroelettrico, bensì tutti quelli che permettono di conseguire gli obiettivi nazionali di decarbonizzazione e che sono sostenibili economicamente.
Il ministro, nel corso dell’intervista uscita oggi, però, ha allargato ulteriormente il ragionamento. In merito al cosiddetto «Green deal» europeo, «la posizione dell’Italia è sempre stata chiara: non abbiamo mai messo in dubbio gli obiettivi finali, cioè di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, ma gli strumenti imposti per farlo. Abbiamo invitato a abbandonare l’ambientalismo ideologico che, per tanti anni, è stato alla base di molte scelte europee», ha continuato, invitando, invece, a introdurre dosi maggiori di «realismo».
Quanto, poi, alle auto e alle case «green», Pichetto ha specificato che il governo «lavorerà, soprattutto con la nuova Commissione e il nuovo Parlamento Ue, per raggiungere gli obiettivi comuni proponendo un percorso compatibile con le politiche economiche e sociali del nostro Paese. Chiediamo di poterlo raggiungere difendendo gli interessi delle famiglie e delle imprese italiane», ha tenuto, infine, a rimarcare.