Il ruolo dei fisici medici è fondamentale nel vagliare le prestazioni delle apparecchiature. In Europa esistono precise norme per la protezione del paziente dai rischi connessi all’utilizzo delle radiazioni a scopo diagnostico.
L’ammodernamento delle apparecchiature radiologiche è imprescindibile in un’era caratterizzata da tecnologie complesse, ad alte prestazioni. Ma proprio in virtù della complessità e varietà delle soluzioni, un approccio semplicistico al problema del rinnovo – basato ad esempio solo sull’anno di costruzione dell’apparecchiatura – non porterebbe i massimi vantaggi possibili alla popolazione. Sin dalla scoperta dei raggi X, i fisici si sono dedicati all’applicazione del metodo scientifico proprio della fisica al miglioramento continuo della tutela della salute. Una commistione tra diverse discipline che ha dato innumerevoli frutti nella diagnosi e nella terapia: le moderne tecniche radiologiche, risonanza magnetica, medicina nucleare, radioterapia, sono figlie di questa tradizione.
Tutto ciò perdura anche oggi, con l’aggiunta di un elemento normativo fondamentale per proteggere la collettività: gli standard minimi di sicurezza definiti a livello europeo e recepiti dagli Stati membri prevedono l’obbligo del coinvolgimento dei fisici medici in tutto ciò che ha a che fare con la protezione del paziente dai rischi connessi alle radiazioni. In particolare, il D.Lgs. 101/2020 prevede che lo specialista in fisica medica, in seguito a prove periodiche di funzionamento e qualità, esprima formalmente il giudizio sulla qualità tecnica. È tale coinvolgimento che permette ai fisici che operano nelle strutture sanitarie di conoscere nel dettaglio le prestazioni delle apparecchiature e seguirne l’andamento nel tempo.
Ciò porta a una conoscenza capillare, dettagliata della situazione del parco macchine installato. Gli specialisti in fisica medica riscontrano spesso nel loro lavoro la necessità di interventi correttivi e, in alcuni casi, di interdizione dell’uso dell’attrezzatura. Va da sé che tali riscontri possono riguardare sia apparecchiature di recente installazione sia più datate, così come un controllo su una apparecchiatura meno recente può risultare in una qualità tecnica adeguata. Ciò è soprattutto vero per apparecchiature a elevato valore tecnologico, che possono talora risultare persino più adatte a una specifica prestazione, rispetto ad altre nuove ma meno performanti.
Un altro aspetto importante riguarda la capacità di estrarre l’informazione necessaria con la minima dose di radiazione: ciò richiede l’intervento dei fisici medici per una messa a punto ottimale e per il mantenimento delle prestazioni nel tempo. Sicurezza e qualità della prestazione radiologica non possono essere ridotte a un solo criterio amministrativo/temporale (anno di costruzione o installazione), ma devono essere affidate alle figure che a norma di legge sono deputate alla loro garanzia, ovvero – in primis – il medico responsabile dell’impianto radiologico e lo specialista in fisica medica, ciascuno per la propria competenza.
FONTE : https://www.corriere.it/salute/24_dicembre_15/come-garantire-la-sicurezza-in-radiologia-b4e4b9f3-21d4-4f0d-9a24-8d0d6412axlk.shtml